VENTENNALE! 1° luglio 2014, ANNIVERSARIO di un bellissimo e importante evento: "Gianni & Giuliano alias Gil Brezza" al Bar Armony di Viserbella di Rimini! Montati gli strumenti al pomeriggio con un estraneo che fissava, in silenzio, le operazioni... solo in ultimo scoprii che era l'amico Valerio! in serata, conobbi una bella fotografa... la Rita.... 20 anni fa... anni volati via!.... Restano i bei ricordi. Mi manca l'amico-collega Gianni Bucci del Sasso, (zio di Andrea Semprini), scomparso ma sempre vivo nel mio cuore... lui come pure la sua dolce consorte Diana. Nostalgia... - AMICI! --- Poche ore dopo questa mia pubblicazione mi è giunta da Milano la triste notizia che l'amico Valerio qui su menzionato sta lottando per la sua vita in uno stadio finale di una brutta polmonite! PREGHIAMO PER lui. Grazie... (Giuliano - Riccione, 01/07/2014).
Giuliano Gil BrezzaUn sito INGLESE sul paesino "Santa Maria del Piano" ... c'è il buon Gianni Bucci del Sasso, col sottoscritto che presenta. Fare CLICK sopra: "Fisarmonica liscio di Romagna - Gianni Bucci del Sasso & Gil Brezza artista di Riccione" Capito Andrea Semprini? Non ci credevo nemmeno io... ma basta scrivere il nome completo di tuo nonno arricchito con "del Sasso"... e trovi una infinità di siti! Questo è uno di quelli. Altri pretendono l'iscrizione e altro che è meglio non fidarsi. http://www.tripmondo.com/italy/emilia-romagna/santa-maria-del-piano/videos-from-santa-maria-del-piano/
Giuliano Gil BrezzaCaro Andrea Semprinichiedi a tuo padre Massimo, grande fisarmonicista e genero del mitico e compianto Gianni Bucci del Sasso, se siete parenti con la cantante riminese Vanessa Claire Semprini... che aveva poco più di due anni quando noi si suonava qui. ehehe
Giuliano Gil BrezzaIl buon amico Valerio. .. oggi come allora.. in silenzio e in disparte .. è rimasto lontano e ci ha lasciato. .. mi sembra ancora di vedere quella sua aria canzonatoria che dice: "ciao Giuli.. ti ho fregato ancora".... ARRIVEDERCI UOLLI! già ci manchi!
"Ho fatto malamente il ciclista per essere inattaccabile davanti al microfono... e, con quello strumento tra le mani, mi sono divertito un mondo". (tratto dal libro: Gentili signore e signori, buongiorno. - Di Adriano De Zan)
Adriano De Zan (Roma, 20 maggio 1932 – Milano, 24 agosto 2001) è stato un giornalista, conduttore radiofonico e conduttore televisivo italiano: LA VOCE DEL CICLISMO!
RICORDANDOLO nel 14° anniversario della scomparsa. Un caro saluto e forte abbraccio a suo figlio Davide. Ciao Davide!!!!
Anno 2000. 83° Giro d'Italia. Adriano con Davide Cassani, sua spalla come ottimo commentatore-opinionista
Giro d'Italia 1974 - Adriano De Zan, intervista Fausto Bertoglio vincitore di quella edizione del giro.. resistendo sullo Stelvio ad uno scatenato Galdos. (vedi il filmato qui col commento di Beppe Conti)
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tratto dal libro: Gentili signore e signori, buongiorno. - Di Adriano De Zan) Io sono tra i fortunati che possiedono il suo libro! Emoticon smile
Adriano De Zan in: CICLISMO MONDIALI STOCCARDA 1991 DAVIDE REBELLIN, MEDAGLIA D'ARGENTO FRA I DILETTANTI 1991
L'8 agosto 2001 si alza il sipario su una delle edizioni che rimarrà nella storia del Gran Premio di Camaiore (Toscana) e, non solo per il puro dato agonistico.
Vince Michele Bartoli... A raccontarla con la consueta passione è Adriano De Zan. Il suo connubio con il ciclismo è difficile da esprimere con le parole. E' una sensazione, come le madeleine per Marcel Proust: basta ascoltare il suo "Gentili signore e signori, buongiorno" per essere proiettati in un universo di ricordi.
Il Gp Camaiore del 2001 sarà la sua ultima telecronaca.
Il 24 agosto, due settimane più tardi, il microfono rimarrà muto per sempre.
Il comitato organizzatore gli dedicherà negli anni a venire un importante premio assegnato a chi dimostra "massima professionalità e grande passione nel proprio lavoro". Nell'albo d'oro nomi come quelli di Eddy Merckx, Pierluigi Collina, Ivana Vaccari e Pippo Baudo.
Ciao Adriano!
All'indomani della scomparsa, Alfredo Martini lo ricorda così sulle colonne della Gazzetta dello Sport: "Ci ha lasciato in punta di piedi un grande amico del ciclismo, un bravissimo giornalista che sapeva trasmettere le sensazioni provate dagli atleti nel massimo sforzo. E' stato un uomo che ha amato il ciclismo sino in fondo".
ECCO IL RICORDO:
L'ultima telecronaca di Adriano De Zan
R.I.P Adriano... Adriano De Zan
"Mi chiederete perché ho voluto ricordare quest'uomo con un omaggio simile. Le motivazioni sono diverse, ma me ne è bastata una solamente: dopo avere letto il suo libro con la sua autobiografia e storia: un italiano.. un uomo, un padre, che ha vissuto la seconda guerra mondiale, attraverso tribolazioni e difficoltà notevoli, con un grande problema ad una gamba che non gli permetteva di camminare bene.. un grande esempio di uomo e non solo come telecronista televisivo. Solo chi ha letto il suo libro sulla sua vita e ha avuto la possibilità di conoscerlo può capirlo e potrà dire: Adriano, ci manchi. Il mio omaggio per te, in questo mio Blog dei ricordi." Ciao Davide!
Anno 1976.. un anno molto importante per la mia vita. Un giro d'Italia che ho seguito personalmente con la mia futura moglie (ora ex), lungo la salita tremenda del Ciocco in Toscana nella zona Garfagnana (vedi in fondo qui). L'ultimo giro d'Italia vinto da Felice Gimondi, nostro grande atleta orgoglio italiano! In questo articolo viene raccontato quel giro del '76.. ormai lontano, perso nell'oblio dei ricordi... andatosene via con la nostra gioventù...
Felice Gimondi indossa la maglia rosa. A trentaquattro anni di età è intenzionato a portare a tre i suoi successi al Giro. Sente di poterci riuscire, di poter firmare l'impresa. Dal podio di Milano lo separano quattro tappe.
La prima rappresenta l'insidia maggiore. L'arrivo è alle Torri del Vajolet. E' il tappone dolomitico del Giro del 1976. E' il 9 giugno. I colli da scalare sono quattro: Staulanza, Falzarego, Gardena, Sella. Poi l'erta finale, su strada sterrata, che porta al Gardeccia, ai piedi delle tre torri. Il successo di giornata premia il coraggio di Andres Gandarias. Lo spagnolo prende il largo sul terreno che gli è più congeniale e nessuno lo riacciuffa più. La corsa vera è alle sue spalle. Ad animare la sfida sono tre corridori: Gimondi, Bertoglio e De Muynck. Gli ultimi due riescono a mettere in difficoltà il leader della corsa. Attendono lo strappo finale. Lo sterrato fa il resto. Alta andatura con scatti ripetuti su salita ripida... I due chilometri finali fanno impallidire anche lo scalatore più esperto. Bertoglio fa sua la piazza d'onore. Supera la linea di arrivo. Alza il braccio e sembra dire "ho vinto io". Probabilmente nessuno lo aveva avvisato che, davanti a lui, c'era Gandarias. Terzo è De Muynck, il nuovo leader. Gimondi lotta da solo. Il forcing finale gli permette di chiudere quarto. Ma non è più maglia rosa. Le parole più belle le raccoglie al traguardo: "Caro Gimondi, hai perso la maglia ma hai vinto il Giro!". All'orecchio dei più sembra un paradosso. Ma non per cantori e suiveur. Gimondi ha ceduto la "rosa" ma è rimasto saldamente in zona primato. Ha lasciato sullo sterrato del Vajolet qualche decina di secondi. Poteva andare peggio, molto peggio.
Francesco Moser, Vajolet da leone: Francesco Moser in cima al Vajolet chiude ottavo. Si difende da leone. Al traguardo ruggisce. La sua rabbia esplode: "come si fa a proporre tappe del genere?" chiede ai "carovanieri" che si avvicinano a lui. Già l'anno prima aveva disertato il Giro perché ritenuto troppo duro. L'ultima salita le valeva tutte: l'arrivo era posto in cima allo Stelvio con Fausto Bertoglio a vestirsi di rosa. Nel 1976, Moser, torna a percorrere le strade d'Italia. Indossa la maglia tricolore conquistata nel Trofeo Matteotti dell'anno prima. Vince tre tappe: a Messina e a Varazze allo sprint e la cronometro di Ostuni. In Puglia, Moser, si veste di rosa per la prima volta nella sua carriera. A sette secondi finisce Gimondi. Il giorno dopo, il trentino, soffre di stomaco. L'arrivo è a Lago Laceno. Moser è in difficoltà. Tra i primi ad accorgersene è Eddy Merckx. Da un suo scatto nasce l'azione decisiva. Vince De Vlaeminck e Gimondi indossa la maglia rosa. Dopo il Vajolet: Il 10 giugno la tappa è tutta trentina. Si parte da Vigo di Fassa e si arriva al traguardo inedito delle Terme di Comano. Due le salite: Passo Manghen e Monte Bondone. Il terreno favorisce chi vuole mettere in difficoltà la maglia rosa. Dalla sera prima è indossata da Johann De Muynck. Il belga ha già vinto la tappa di Matera. Nel finale aveva raggiunto Marcello Osler, trentino e suo compagno di squadra. I due sembravano destinati a proseguire insieme fino al traguardo se, un salto di catena sui sassi della città vecchia, non avesse frenato Osler dando via libera a De Muynck. Tornando al 10 giugno: Giù dal Manghen Moser e Poggiali attaccano. Ai due si aggiunge Italo Zilioli che fora all'imbocco della Valsugana. I due "Sanson" improvvisano una cronometro a coppie. Il margine di vantaggio non mette però al sicuro la fuga. Gli inseguitori sono intenzionati a levare l'ossigeno a questa licenza offensiva. Moser è in lotta per la maglia rosa e altri, come il trentino, cullano le stesse ambizioni. Nel drappello, alle spalle dei battistrada, le rivalità vengono accantonate. Almeno per alcuni chilometri. Il gruppetto si riorganizza e il riaggancio è cosa fatta. Scattano Conati e Guadrini e concludono così a Comano Terme. A Bergamo riecco Gimondi!
L'ordine di arrivo è regale: primo Gimondi, secondo Merckx, terzo Baronchelli, quarto Moser. A Bergamo Gimondi respira nuovamente aria di casa e di primato. Il resto lo fa la cronometro di Arcore, il mattino dell'ultimo giorno di corsa. La vittoria parziale va a Joseph Bruyere. Gimondi compie il "miracolo": ribalta il Giro a suo favore. Torna in rosa per soli diciannove secondi. Poi sale sul podio di Piazza Duomo. Naturalmente "Felice"!
Giro d'Italia 1976 - Gimondi in rosa accanto ad un Merckx ormai in declino.
Felice Gimondi in rosa straccia finalemente Merckx. Dietro arranca un deludente Baronchelli
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13ª Tappa. Mercoledì 2 giugno, festivo (festa della Repubblica): la Porretta Terme > Il Ciocco - di Km. 146 Ecco un filmato che ho trovato su YouTube relativo a quella tappa del Ciocco, che ho menzionato qui sopra. Il giro d'Italia che ho seguito personalmente con la mia futura moglie (ora ex), lungo la salita tremenda del Ciocco in Toscana. TRA QUELLA FOLLA CI SONO ANCHE IO... ANCHE NOI...
Dopo un acquazzone primaverile, di nuovo il sole con nebbiolina causata dai vapori dell'acqua piovana e il caldo. I corridori salivano a piccoli gruppetti, sporchi causa il maltempo, con facce scure, come dei marziani in un paesaggio da fantascienza. Solo gli urli di incitamento della folla dei tifosi, andata a piedi, come noi, fin lassù riportava alla realtà. L'esplosione massima di urli ha superato i decibel tollerabili quando i corridori sono transitati davanti e vicino a noi con Wladimiro Panizza in testa seguito da Gianbattista Baronchelli (Tista), Fausto Bertoglio (leggi la intervista a Bertoglio ai giorni d'oggi) e altri. (vedi l'ordine d'arrivo qui in basso)
Contrasto notevole nella natura che fino a poco prima era stata quasi nel silenzio e nella tranquillità della lunga attesa. L'attimo finì presto.. troppo presto.
Il viaggio di ritorno per Riccione, in automobile, sfiorando l'Abetone fu lungo... ma con il macchinone del nonno, con music-cassette stereo 8 incorporate, fu un divertimento! Per la cronaca, la tappa fu vinta dal belga Ronny De Witte - vedi filmato e la classifica di tappa:
In questa tappa ero tra gli spettatori al traguardo a Gabicce mare. Guardando l'arrivo nel video: sul lato destro.
Anno: 1976
Data: 31.05.1976
Edizione n. 59 Tappa n. 11
Da Terni a Gabicce Mare per una lunghezza complessiva di 222 km
Arrivati 106 ciclisti
Vincitore Antonio MENENDEZ GONZALEZ in 05h 35' 47''
alla velocità media di 39.668 km/h