domenica 22 dicembre 2019

The Rainbow Bridge (Il Ponte dell'Arcobaleno)

The Rainbow Bridge (Il Ponte dell'Arcobaleno)

Le tribù degli Indiani d'America si sono tramandati per secoli questa leggenda, dedicata a tutte le persone che soffrono per la morte di un loro caro amico, che sia umano o non umano.

"Lassù nel cielo c'è un luogo chiamato Ponte dell'Arcobaleno. Quando muore un'amico peloso che è stato amato da qualcuno, questi sale su fino al Ponte dell'Arcobaleno, dove ci sono prati e colline a disposizione dei nostri amici, i quali possono correre e giocare assieme. C'è tanto cibo, tanta acqua, c'è tanta luce solare, ed i nostri amici sono al calduccio e a proprio agio. Tutti gli animali che si sono ammalati ritrovano la salute ed il vigore, quelli che sono stati feriti tornano intatti e forti, proprio come ce li ricordiamo quando li sogniamo ricordando i bei giorni passati assieme. Gli animali sono felici e contenti, salvo per una cosa: manca loro qualcuno che è stato veramente speciale per loro, dal quale hanno dovuto separarsi.
Tutti loro corrono e giocano insieme, ma per ognuno di loro arriva un giorno in cui si fermano e guardano lontano all'orizzonte. I loro occhi lucenti sono all'erta, i loro corpi palpitanti. Allora si staccheranno dal gruppo, volando sull'erba verde, con le zampe che li condurranno sempre più velocemente. Vi hanno avvistato, vi hanno riconosciuto. Voi ed il vostro amico del cuore vi ritroverete, per non separarvi mai più. Una pioggia di baci vi ricoprirà il viso, la vostra mano potrà accarezzare di nuovo l'adorata testolina, e potrete guardare di nuovo negli occhi il vostro amico del cuore, che è stato fisicamente lontano da voi ma non è mai stato lontano dal vostro cuore. E allora attraverserete insieme il Ponte dell'Arcobaleno..."
- Autore Ignoto - Traduzione di Dogwelcome dal testo in inglese della leggenda indiana.


(ENG)
"Just this side of heaven is a place called Rainbow Bridge. When an animal dies that has been especially close to someone here, that pet goes to Rainbow Bridge. There are meadows and hills for all of our special friends so they can run and play together. There is plenty of food, water and sunshine, and our friends are warm and comfortable. All the animals who had been ill and old are restored to health and vigor; those who were hurt or maimed are made whole and strong again, just as we remember them in our dreams of days and times gone by. The animals are happy and content, except for one small thing; they each miss someone very special to them, who had to be left behind. They all run and play together, but the day comes when one suddenly stops and looks into the distance. His bright eyes are intent; His eager body quivers. Suddenly he begins to run from the group, flying over the green grass, his legs carrying him faster and faster. You have been spotted, and when you and your special friend finally meet, you cling together in joyous reunion, never to be parted again. The happy kisses rain upon your face; your hands again caress the beloved head, and you look once more into the trusting eyes of your pet, so long gone from your life but never absent from your heart. Then you cross Rainbow Bridge together...."
Author unknown.



C'E' UNA QUESTIONE EUTANASIA PER GLI ANIMALI? Ricordando Zampa

C'E' UNA QUESTIONE EUTANASIA PER GLI ANIMALI?

L'interrogativo e' posto, in particolare, per chi e' costretto a prendere una decisione nel momento in cui si deve separare dal fedele amico a quattro zampe. Quella del distacco dall'animale domestico e' infatti un'esperienza dolorosa che coinvolge milioni di italiani che hanno scelto, il più delle volte, un cane o un gatto come componente della famiglia. Una riflessione, ossia un approccio laico alla questione, e' venuta da un veterinario, Stefano Cattinelli, che ha voluto mettere nero su bianco le sue esperienze di medico, per aiutare i colleghi ma anche i compagni di Fido e Fuffi a decidere che cosa fare quando ormai il destino dei piccoli amici è irrimediabilmente segnato, sia per malattia, sia per vecchiaia.
Della condizione animale e del loro benessere si occupa anche il mondo religioso. E tra i due approcci, quello laico e quello religioso, emerge un comune denominatore: evitare l'accanimento terapeutico. ''Per noi cristiani le creature nascono per mano di Dio e vanno rispettate in quanto creature'' spiega padre Maurizio Giannotti, ordinario di bioetica all'Accademia Alfonsiana di Roma. ''L'orientamento generale è quello di tenere conto del dolore dell'animale: nessuna creatura esiste per la sofferenza - afferma padre Giannotti - ma quando le terapie sono costose e impegnative, oppure si prolungano per troppo tempo, l'animale deve essere sacrificato. Bisogna chiedersi: il nostro è un amore vero o una proiezione egoistica?'' La stessa domanda che si è posto molte volte, nell'esercitare la sua professione Stefano Cattinelli, veterinario, che ha voluto scrivere il libro “Amici fino in fondo” per raccontare le sue esperienze. ''Quella della morte è un'esperienza devastante nel rapporto fra uomo e animale - spiega Cattinelli - ma il veterinario in questo caso può svolgere il ruolo di congiunzione fra i due''. Un ruolo non facile.
Secondo padre Giannotti bisogna stare attenti alla mentalità dell'usa e getta: ''Una vita ha valore indipendentemente dai nostri bisogni - afferma il francescano - e un animale non è un “oggetto da consumare”. Gli animali spesso sono sfruttati dall'uomo per scaricare emotività, ma questi grandi amici vanno anche rispettati''. Secondo Cattinelli ormai, ci sarebbe una certa tendenza alla “puntura facile”, mentre ce ne sarebbe veramente bisogno in un numero ridotto di casi. L'idea è quella di attendere il corso naturale della vita dell'animale e non accanirsi, anche ricorrendo a metodi alternativi come i fiori di Bach.
Questo costituirebbe un modo per elaborare meglio il lutto, che non dovrebbe essere caricato di significati che non ha: ''Se l'animale riempie altri vuoti emozionali - afferma il veterinario - come quello di un partner o di una famiglia che non c'è, oltre al vuoto dell'animale alla sua morte si aggiungerà anche quello che gli abbiamo chiesto di riempire''. Spesso infatti è l'uomo a voler proiettare sull'animale i suoi bisogni affettivi.
Quella di non prolungare penosamente l'esistenza è la posizione di padre Giannotti, che ricorda come ''dal punto di vista della bioetica personalista noi riteniamo che la vita della persona abbia una valenza di assolutezza rispetto alla vita animale. Questo non vuol dire - spiega il francescano - che il dolore dell'animale sia trascurabile, è un dolore di cui tenere conto. Se non puoi alleviarlo dobbiamo arrenderci e lasciarlo morire, anche dando una morte dolce''.