venerdì 19 marzo 2021

Il mestiere sfuggente di "genitore-educatore" verso i propri figli


Riccione, 19 marzo 2021 (festa del papà)

Si dice spesso che nessuno insegna a essere genitore. Questo è vero, soprattutto perché ogni bambino è diverso e le ricette sono inutili. Tuttavia, conoscere gli errori più comuni nell’educazione dei figli ci aiuta a commetterne meno.
A volte è proprio la paura di sbagliare a farci sbagliare: la pressione del nostro ambiente sociale può essere molto forte.

Per un genitore, fare l'educatore del proprio figlio è sempre stato molto impegnativo e difficile: questo nei tempi lontani, quando lo sviluppo delle società procedeva al rallentatore. Poi, con la tecnologia ed il progresso è avvenuta una accelerazione fortissima e questo ha sbilanciato di molto l'equilibrio dell'educatore: tutto rivoluzionato, diventato obsoleto, sorpassato. Le nuove generazioni si trovavano in un mondo molto diverso dalle precedenti.

Per il povero educatore, aggiornarsi era necessario, come del resto è sempre stato da che mondo è mondo. Solamente che stavolta gli aggiornamenti dovevano essere continui, producendo uno stress e conflitti interiori enormi. Da parte dei figli, la nuova mentalità, la scarsa cultura, dovuta alla scarsa attitudine agli studi e al dialogo in famiglia, grazie (ahimè) alle numerose "gioie effimere", come telefonini, Playstation, TV sempre più sofisticate e ricche, Socials etc, rendevano il compito del genitore-educatore, sempre più impegnato a lavorare in modo abnorme e nel duro compito di gestire il bilancio familiare, sempre più tassato, una "mission impossible", un’impresa ardua.

Dal dopoguerra in poi, con la rapida escalation del progresso e sociale, gli errori derivanti, aumentavano e lasciavano il segno, diventando indelebili. Qualche educatore desisteva con la classica alzata di braccia ed il classico: "non ci possiamo fare nulla". Qualche altro non demordeva, insistendo come poteva, senza comunque poi poterne cogliere i frutti e dichiararsi soddisfatto e fiero. Anzi, a lungo andare invidiava quei genitori che educavano sommariamente e scarsamente.

Imparare il mestiere di genitore-educatore, in un mondo simile, non serve a nulla quindi, dato che tutto cambia nel giro di pochissimo e quello che si è appreso diventa obsoleto, sorpassato e poi, si corre il rischio addirittura di sbagliare, di fare il contrario di quello desiderato. Quello che andava bene ieri, non è detto che vada bene oggi. Ecco perché questo è il mestiere più difficile al mondo, al giorno d'oggi. E non è da tutti, purtroppo. Peccato, perché le nuovissime generazioni saranno poi, gli uomini del domani.

Ai propri figli, nonostante gli anni, l'età di ciascuno che aumenta, un genitore non smetterà mai di trasmettere dati educativi, (soprattutto se per cause della vita si era trovato troppe volte emarginato) pur restando aperto agli input esterni, pure provenienti dai propri figli. Attingendo a sua volta lezioni che continueranno a sviluppare quell'aggiornamento che mai ha interrotto. Del resto, come dice anche il famoso detto: "non si finisce mai di imparare", che vale, comunque, per tutti: figli e genitori.

(nota):

non dimenticherò mai quello sguardo di mia figlia piccolissima, quando, per la prima volta, “assaggiò” uno scappellotto di sculacciata, sperimentando e apprendendo che al mondo esiste anche la violenza:

mentre si allontanava, guardandomi, iniziando a piangere, con lo sguardo incredulo, meravigliato, pieno di stupore e sofferenza, con gli occhi lucidi di dolore certamente più psichico che fisico. Ho la foto stampata dentro me e quando ci penso, provo anche io una grande pena. 

Ma è la vita.. la vita è anche questo: gioie e dolori. Volenti o nolenti, fa parte di una sana educazione, perché poi si continua a costruire dopo aver gettato anche questo tipo di fondamenta, che non si vorrebbe mai gettare. Scappellotti non ne ha ricevuti più: non ce ne fu più bisogno: bastava un’occhiata di intesa… 

Ecco, l’intesa tra genitore-educatore e figlio! Questo è uno dei segni più importanti di una buona educazione effettuata ed in corso. Chiaramente sempre unita all’amore che è il catalizzatore di tutto.

(Papà, babbo, Bino Giuliano)

LETTERA DI UN PADRE ALLA PROPRIA FIGLIA:

Lo so che non posso scegliere per te, ma vorrei tanto vederti insieme ad un uomo che sappia apprezzarti per la donna che sei, un uomo che ti ami e che ti rispetti sempre, qualsiasi cosa accada. Mi auguro che tu possa avere accanto un uomo che si prenderà cura di tutto, perché nonostante tu ormai sia una donna, io ti vedo sempre la mia piccolina.

Ti auguro di innamorarti della persona giusta, quell’uomo che si perda nei tuoi occhi, che ti guarda come non ha mai visto nessuna, che ti dà tutto. Voglio che ti innamori di un uomo che sia in grado di difenderti dai mostri e che voglia combattere tante battaglie insieme a te.

Ti auguro di innamorarti di un uomo che sia in grado di cucinare per te, soprattutto in quei momenti in cui hai bisogno di sostegno, un uomo che vuole sentirti sempre per sapere come stai e per come sta andando la giornata.

Innamorati di un uomo che, indipendentemente da ciò che crede e ciò che pensa, ti apprezza per quella che sei. Un uomo che rispetti la tua famiglia e i tuoi amici, un uomo che sia onesto con te, che sia capace di rubarti il cuore.

Innamorati di un uomo che non ti dica sempre ti amo, ma di un uomo che sia capace di dimostrarlo, un uomo che quando ti guarda pensa che tu sia la donna più bella del mondo, un uomo che faccia delle piccole cose per te che ti dimostrano quanto è grande il suo amore.

Innamorati, allora, figlia mia, di un vero uomo.
Perché te lo meriti, non dovresti accontentarti di meno.
Non accontentarti mai, trova sempre il meglio.

Te lo dice una persona innamorata di te: tuo padre... 
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